LA PREVENZIONE INCENDI
Informazioni utili
L'INCENDIO
L’incendio, prodotto di una combustione, è un fuoco di cui si è perso il controllo.
Nella combustione entrano in gioco il Combustibile (Solido, liquido o gassoso) e il Comburente (L'ossigeno presente nell'aria) che reagiscono a contatto con un innesco o una fonte di calore.
La combustione produce il Fumo, il Calore, il gas e le fiamme.
I fumi sono sostanze costituite da particelle solide in sospensione che vengono trascinate verso l’alto
in seguito ai moti convettivi generati dal calore. Essi, responsabili della riduzione della visibilità,
possono essere costituiti da particelle solide, in carenza di ossigeno, caratterizzato dal colore nero, o particelle liquide, costituite da vapore acqueo, di colore bianco.
Il calore, tra gli altri effetti, produce molto calore e provoca difficoltà respiratorie negli esposti.
E' molto importante sapere che quando uno dei componenti che entrano in atto nella combustione viene a mancare l'incendio stesso smette di esistere.
Dunque le fiamme possono essere fermate in diversi modi, da qui prendono nome le modalità di spegnimento di un' incendio.
- separazione (se si sottrae all’incendio il combustibile);
- soffocamento (se si impedisce il contatto tra l’aria o l’ossigeno e il combustibile);
- raffreddamento (se si abbassa la temperatura al di sotto di quella di accensione delle sostanze).
Ovviamente lo spegnimento è più efficace se, contemporaneamente, vengono esercitati più modalità di estinzione del fuoco.
LE TIPOLOGIE D'INCENDIO
Il
D.M. 10/03/1998 Classifica, all' art. 2 comma 4 i livelli di rischio e i corsi di formazione ad essi associati:
- Livello di rischio basso (corso A)
- Livello di rischio medio (corso B)
- Livello di rischio elevato (corso C)
Questa classificazione viene applicata in virtù delle sostanze presenti nel luogo di lavoro, il rischio reale d'incendio e il numero di persone presenti ecc.
I luoghi di lavoro a rischio d’incendio basso sono quelli in cui sono presenti sostanze a basso tasso
d’infiammabilità e le condizioni degli ambienti offrono bassa possibilità di sviluppo di principio
d’incendio ed in cui è limitata la probabilità di propagazione.
I luoghi di lavoro a rischio d’incendio medio sono quelli in cui sono presenti sostanze
infiammabili, e/o condizioni di locali e/o di esercizio, che possono favorire lo sviluppo d’incendio
ma nei quali, in caso di incendio, la probabilità di propagazione è limitata. L’allegato IX del
D.M.10/03/1998 riporta alcuni esempi di luoghi di lavoro a rischio d’incendio medio.
I luoghi di lavoro a rischio d’incendio elevato sono quelli in cui, per la presenza di sostanze
altamente infiammabili, e/o per le condizioni dei locali e/o di esercizio, sussiste notevole probabilità
di sviluppo d’incendi e di propagazione delle fiamme. In tale classe vanno considerati anche quei
luoghi in cui, indipendentemente dalla presenza di sostanze infiammabili, l’affollamento degli
ambienti, lo stato dei luoghi o le limitazioni di movimento delle persone presenti rendono difficoltosa
l’evacuazione in caso d’incendio. L’allegato IX del D.M. 10/03/1998 riporta esempi di luoghi di
lavoro a rischio d’incendio elevato.
Ad ognuno dei livelli di rischio è associato un corso di formazione a cui è sottoposto il personale addetto alle emergenze, la durata e i contenuti del corso sono regolati dal Decreto Ministeriale 10/03/1998 e successive modifiche.
LA PREVENZIONE INCENDI
La “Prevenzione Incendi” è la disciplina che studia, attua provvedimenti, accorgimenti e modi di
azione intesi a prevenire, segnalare ed a ridurre la probabilità di insorgenza di un incendio e
comunque a limitarne le conseguenze per le persone e per l’ambiente. I metodi di prevenzione
incendi, quindi, rivolgono particolare attenzione ai fattori che influiscono sulle cause dell’insorgere
dell’incendio. Tra le misure atte ad una corretta prevenzione incendi possiamo considerare:
corretta destinazione d’uso dei locali;
- limitazione del carico d’incendio;
- esecuzione di impianti tecnologici a regola d’arte;
- manutenzione degli impianti tecnologici;
- rispetto dei divieti e delle condizioni di esercizio;
- formazione ed informazione del personale sui comportamenti da tenere per prevenire gli
incendi;
- impiego di materiali più difficilmente infiammabili;
- adozione di dispositivi di sicurezza;
- rispetto dell’ordine e della pulizia;
- segnaletica di sicurezza.
La prevenzione incendi è direttamente legata ad una corretta valutazione dei rischi d’incendio dei
luoghi di lavoro.
Quest’ultima consiste essenzialmente in: identificare i pericoli, identificare le
persone coinvolte, finalizzare la valutazione dei rischi e stimare il livello di rischio.
Per applicare correttamente le misure di prevenzione incendi occorre, quindi, procedere al controllo
degli ambienti di lavoro, al controllo e manutenzione dei presidi antincendio, alla predisposizione del
piano di emergenza, all’informazione e formazione dei lavoratori.
PROTEZIONE DAGLI INCENDI
La protezione incendi si occupa di tutte quelle misure atte a limitare e contenere i danni provocati da un'incendio, la protezione si divide in: Protezione attiva e Protezione passiva
La protezione passiva è l'insieme di misure attuate al fine di limitare i danni agli spazi di lavoro e gli effetti nocivi prodotti dalle fiamme. Queste misure possono essere, per esempio, la corretta ubicazione dell’attività, interposizione di opportune distanze di sicurezza, realizzazione di elementi strutturali resistenti al fuoco, corretta articolazione della planimetria volumetrica dell’edificio, l' idonea areazione dei locali, la corretta realizzazione delle vie di uscita, l' adozione di materiali classificati in base alla reazione al fuoco.
La protezione attiva, invece, è l'insieme di iniziative attuate al fine di ridurre la frequenza d'incendio tramite la rilevazione e lo spegnimenti nella prima fase di sviluppo.
degli esempi di Protezione attiva sono: la realizzazione di impianti di rivelazione automatica di incendio, la realizzazione di impianti di allarme, la realizzazione di impianti di controllo e scarico dei fumi, la realizzazione di impianti fissi di spegnimento, la realizzazione di impianti di illuminazione di sicurezza, la formazione del personale all’impiego dei mezzi antincendio, l' istituzione della squadra di prevenzione e protezione incendi, l'adozione di idonei mezzi portatili di estinzione.
La scelta dei sistemi di protezione passivo e attivo sono scelti in base alla valutazione dei rischi e ai danni possibili in caso di incendio.
Tutti gli impianti, i dispositivi di protezione e le attrezzature sono soggette a sorveglianza periodica e devono essere tenuti in stato di perfetta efficienza.
LA SORVEGLIANZA
La sorveglianza è un controllo visivo atto ad assicurarsi che le attrezzature siano correttamente funzionanti e facilmente accessibili agli addetti. Può essere effettuata dal personale stesso, dopo essere stati istruiti.
IL CONTROLLO PERIODICO
è l'insieme delle operazioni, da effettuarsi a scadenza almeno semestrale, atte a verificare il corretto funzionamento dei dispositivo e degli impianti.
LA MANUTENZIONE ORDINARIA
è l’operazione che si attua in loco con strumenti ed attrezzi di uso
corrente limitandosi a riparazioni di lieve entità.
LA MANUTENZIONE STRAORDINARIA
è l’intervento di manutenzione che non può essere eseguito in loco
in quanto l’operazione richiede mezzi di particolare importanza o attrezzature particolari.
Il datore di lavoro è responsabile del mantenimento dell’efficienza delle attrezzature e degli impianti
di protezione incendi; la sorveglianza, il controllo periodico e le manutenzioni devono attuarsi in
conformità a quanto previsto dalle disposizioni legislative e alle regole di buona tecnica.
La prevenzione e la protezione incendi concorrono entrambe a formare le misure di sicurezza rivolte
alla salvaguardia dell’incolumità delle persone e alla riduzione delle perdite materiali